Dalla 6ª Riunione del Vertice dei leader del blocco di paesi composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa (Brics) sono uscite indicazioni per un obiettivo e per due certezze.
Il fatto concreto è dare ordine alla redistribuzione geografica del capitalismo mondiale. Fondare i pilastri di una Nuova Banca per lo Sviluppo ed un Fondo di Contingenza sono passi importante per sovrapporsi al moribondo ordine scaturito da Bretton Woods.
Invece di contendersi uno spazio decisionale all'interno del Fondo Monetario Internazionale (FMI), è più importante costruire un altro organismo multilaterale tale da rafforzare la posizione dei paesi emergenti di fronte al G-20. Più specificatamente, questa istituzione finanziaria potrebbe rafforzare la posizione del Brasile e quindi consolidare tanto il Mercosul quanto, nel medio periodo, l'Unasul.
Purtroppo, tale visione non è condivisa dall'insieme delle elite politiche nazionali e nemmeno dai soci-clienti dello Stato brasiliano, come le maggiori imprese nazionali o il settore agricolo del paese. Se pure fosse possibile, questo obiettivo - di creare una Banca di stimolo non subordinata alla superpotenza e nemmeno all'Unione Europea (leggi Germania e suoi satelliti) - dovrebbe essere condiviso intanto in Brasile.
Ed ecco la prima certezza. I paesi medi necessitano di creare meccanismi propri, dato che lo sviluppo attraverso l'integrazione totale nel capitalismo transnazionale è semplicemente impossibile.
Quando i paesi latino-americani si sono sottomessi al capitalismo transnazionale, le loro società stavano quasi per disintegrarsi. Il subcontinente ha già superato il 50% di economia informale, in seguito allo smantellamento del settore pubblico ed alla dissoluzione dei pilastri delle tutele sociali (già indebolite). Per evitare un ritorno a questa catastrofe sociale, è positivo il fatto che il paese leader dell'America Latina sia membro dei Brics.
La seconda certezza è inversa. Così come i vincitori della Guerra Fredda non hanno offerto niente di più che una integrazione subordinata, i paesi che l'hanno persa (Russia e Cina) non esprimono certo società degne di esempio.
Non esiste nessun relativismo, infatti, che possa tollerare l'assenza di libertà politica o la totale violazione dei diritti fondamentali. E la stessa India, nonostante sia la più grande democrazia formale del mondo, è pur sempre un'arcaica società di caste. Pertanto, l'asse dei Brics si pone, al massimo, come una alternativa economica e non come la ricostruzione di possibilità politiche di trasformazione.
La nuova geografia del capitalismo mondiale è il frutto indesiderato della globalizzazione vittoriosa. Passa per la assimilazione di quasi 1 miliardo di nuovi consumatori e per uno sfruttamento sempre più selvaggio ed intensivo della manodopera. In agenda, la necessità di altre regole per cambiare l'asse di espansione capitalista.
Bruno Lima
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.